Come scegliere il percorso post-diploma?
L’università dopo il diploma di maturità per molti è una scelta consapevole, per gettare le basi della loro vita professionale. Per tanti altri è una strada intrapresa quasi “per inerzia” perché, spesso, i ragazzi escono dalla scuola senza le giuste coordinate.
E così, per chi non vuole andare subito a lavorare, quella che porta alla laurea appare l’unica via percorribile. Ma che rischia di trasformarsi in un’esperienza molto deludente, specie per chi non è convinto fino in fondo. Eppure ci sono tante valide alternative, a volte più gratificanti se la vita accademica non fa per te.

Lavoro post-diploma e formazione pubblica
L’alternativa numero uno all’università, se non altro per gli investimenti che ci saranno nei prossimi anni grazie al PNRR sono gli ITS, gli Istituti Tecnici Superiori, che da quest’anno hanno, a seguito di una legge recentemente approvata, si chiamano Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy).
Si tratta di percorsi di formazione di durata perlopiù biennale (ma ci sono anche corsi triennali) che sono progettati e realizzati in sinergia tra enti locali, enti di formazione a livello locale e le realtà produttive e lavorative del territorio.
Hanno un obiettivo specifico: andare a colmare proprio quel mismatch tra domanda e offerta in uno specifico territorio, formando delle alte professionalità che possono andare a colmare le carenze nell’organico che le imprese del territorio vanno a riscontrare. Coprendo moltissimi settori, dall’enogastronomico alle nuove tecnologie per la vita, passando per meccatronica, informatica, ICT e logistica.
Spesso, non basta più un diploma per occupare certi tipi di posizioni e nemmeno la laurea riesce a dare quel tipo di formazione necessaria per alcune professioni tecnico-pratiche.
Proprio per questo sono nati gli ITS e i risultati, almeno fino ad oggi, sono importanti: L’80% degli studenti trova lavoro a un anno dal conseguimento del titolo e soprattutto con un tasso di coerenza, ovvero la corrispondenza tra tipo di formazione e lavoro svolto, superiore al 90%.
Questo perché, appunto, i percorsi oltre a essere progettati con le aziende, prevedono per una buona parte delle ore di formazione degli stage o dei tirocini curricolari in azienda nonché un corpo docente che per una buona metà proviene proprio dal mondo produttivo di riferimento.
Altrettanto performanti si stanno rivelando i “fratelli minori” degli ITS, i corsi che rientrano nell’ambito degli IFTS (istruzione e formazione tecnica superiore).
Anche in questo caso le Regioni hanno un’ampia autonomia e soprattutto mandato di costruire l’offerta formativa di questi percorsi, che hanno una durata minore rispetto agli ITS (si parla di due semestri, più o meno un anno, per un totale di 800/1000 ore) ma che riescono ugualmente a formare quelle professionalità che il mondo del lavoro cerca ma che è difficile trovare tra i ragazzi in uscita dalle superiori.
Lavoro post-diploma e formazione privata
Negli ultimi anni, l’offerta di Università, ITS, IFTS comunque non basta a colmare quella famosa distanza tra domanda e offerta di lavoro.
Oggi c’è una grande domanda di professionalità in alcuni nuovi settori dell’informatica, come quello dei Big Data, dell’Intelligenza Artificiale, della Blockchain, della Cybersecurity, ma si fa fatica a trovare persone adeguatamente formate per occuparsene, semplicemente perché i canali istituzionali se ne occupano poco.
Per questo, sempre più privati stanno ideando delle soluzioni per aiutare sia i giovani che le aziende a “incontrarsi”. Visto che, soprattutto all’inizio della carriera, non è necessario possedere la laurea, un master o un diploma tecnico per svolgere questi lavori.
Alle volte basta un corso intensivo, di poche settimane, unito ad una formazione pratica “sul campo”. In tal senso, è giusto citare il programma “Generation Italy” di fondazione McKinsey, che offre corsi gratuiti agli studenti, finanziati proprio dalle aziende che hanno bisogno di determinate figure, permettendo in poche settimane di diventare, ad esempio, uno sviluppatore nei linguaggi di programmazione più richiesti.
Oppure ci sono diverse “accademie”, Geeks Academy per citarne una, che guidano gli studenti verso il mondo, ad esempio, delle nuove professioni del Metaverso.
Lavoro post-diploma: i nostri consigli
Una delle alternative all’università che hai a disposizione dopo il diploma rimane il classico tentativo di inserirti immediatamente nel mondo del lavoro: con molti diplomi tecnici e professionali questo è sicuramente possibile, ci sentiamo però di consigliarti, in un’epoca in cui il lavoro è sempre più complesso e in continua evoluzione (si dice che la metà dei mestieri che andremo a svolgere nel 2030 non li conosciamo o addirittura non sono stati ancora inventati) di non rinunciare a una formazione costante.
Ma il lavoro non è solo quello che abbiamo imparato a conoscere fino a un po’ di tempo fa. Ci sono delle strade che magari oggi non vengono considerate, specie dagli adulti, come delle prospettive lavorative vere e proprie ma che, se affrontate col giusto approccio, possono essere davvero un’alternativa importante.
Pensiamo a tutti quei ragazzi che stanno avendo successo economico e professionale nel mondo dei social, come content creator, come streamer o sviluppando degli e-commerce.
A tutti quelli che stanno già costruendo il proprio futuro attraverso questi canali, consigliamo perciò di continuare e di sviluppare sempre più la propria esperienza.
Ovviamente non esistono delle scuole per queste nuove professioni, ma esistono delle attività formative che possono aiutare a completare il proprio profilo professionale.
Un ragazzo o una ragazza che sta avendo successo creando contenuti di qualsiasi tipo sui social media, dovrebbe studiare tutto ciò che attiene a una comunicazione efficace oppure lavorare sul potenziamento di alcune competenze trasversali.
Perché, anche se si inizia a lavorare presto, non bisogna dimenticare di affinare sempre la propria formazione. “C’è una sorta di mantra che guiderà il lavoro del futuro: in un mondo in continua evoluzione, l’’expertise’ (l’esperienza pregressa) avrà un valore sempre più relativo; quello che davvero conterà saranno la ‘curiosity’, ovvero la continua voglia di apprendere, e la ‘learnability’, ossia la capacità di “scaricare a terra” questa curiosità”. Ma queste sono caratteristiche che dovrebbero accompagnare qualsiasi tipo di percorso di vita.
Infine, è importante ricordarti che la scelta non è definitiva, si può tornare indietro, cambiare idea, scegliere altre strade. Non ci sono tempistiche o percorsi prestabiliti, ma, come ricorda un famoso detto latino: “Ognuno è artefice del proprio destino e può scrivere il proprio futuro come meglio crede”.