Domani, 11 gennaio, è la data per il primo rientro a scuola dopo le feste di Natale e dopo la decisione di riportare le scuole superiori interamente a didattica a distanza.
I primi a tornare in classe, con capienza al 50%, sono gli studenti di Toscana, Abruzzo e Valle d’Aosta. Già in aula gli studenti delle province autonome di Trento e Bolzano.
Restano a casa almeno fino al 18 gennaio gli studenti delle scuole superiori di Lazio, Liguria, Molise, Piemonte e Puglia.
Il 25 gennaio tornano in classe gli studenti di Campania, Emilia-Romagna Lombardia e Umbria.
Aspetteranno il 1° febbraio Friuli Venezia Giulia, Marche, Sardegna, Veneto, Calabria, Sicilia e Basilicata.
Nelle intenzioni del Governo, stando a quanto previsto dal DPCM del 3 dicembre, il rientro a scuola con almeno il 75% della didattica in presenza doveva essere il 7 gennaio. Lo scorso 5 gennaio il Governo ha deciso di posticipare all’11 gennaio, con didattica in presenza al 50%.
Il fatto che i contagi da Covid-19 restino alti sta però spingendo i governatori regionali alla prudenza e questo spiega perché il calendario della ripresa delle lezioni in presenza sia piuttosto variegato.
Per il ministro dell’istruzione Lucia Azzolina, stavolta non è più colpa del governo se il rientro in aula è posticipato.
Ha dichiarato il ministro al Corriere della Sera:
“Rispetto alle superiori il governo ha fatto tutto quello che poteva e gli impegni li ha mantenuti grazie anche al lavoro importante dei prefetti e della comunità scolastica. Vorrei ricordare che il 23 dicembre è stata firmata all’unanimità l’intesa con le Regioni che prevedeva il rientro il 7 gennaio. Per me gli accordi sono importanti, se si scrivono devono essere mantenuti. Invece molte Regioni si sono sfilate: sarebbe bene che le famiglie e gli studenti capissero perché. Si chiude prima la scuola perché socialmente è stata messa nel fondo dello sgabuzzino”.
Nelle parole dell’esponente del governo Conte c’è anche il rammarico nel vedere altre strutture aperte, tranne le scuole.
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Il rientro a scuola in Toscana
Il rientro a scuola richiede molta organizzazione. La Toscana è la prima grande regione a riaprire alle lezioni in presenza, preparandosi al meglio.
Il primo nodo affrontato è stato quello dei trasporti, con un incremento degli autobus, proprio per distribuire al meglio l’utenza È stata anche prevista la figura dello steward: sono persone che dovranno stare alle fermate degli autobus, dare indicazioni ed evitare gli affollamenti. Infine sono stati disposti orari scaglionati. A Firenze, ad esempio l’orario di ingresso a scuola è compreso tra le 8 e le 10.10 mentre l’uscita è tra le 12.30 e le 15.00. In caso di contagi, scatteranno i tamponi a tappeto per evitare o individuare eventuali focolai.
Non resta che attendere per capire come procederà il ritorno tra i banchi.
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