Chi è Patrizio Bianchi, il nuovo ministro dell’Istruzione

Mario Draghi ha sciolto la riserva, c’è un nuovo governo e un nuovo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.

Dopo la crisi di governo aperta a fine gennaio, si era ipotizzato che Lucia Azzolina non sarebbe stata riconfermata alla guida del ministero dell’Istruzione. Le previsioni si sono rivelate esatte e nella squadra di governo del premier Draghi entra Patrizio Bianchi: sarà lui a gestire i 28 miliardi di euro dei fondi europei del Next Generation EU destinati alla scuola. E soprattutto sarà lui che dovrà decidere (e alla svelta) le modalità di svolgimento dell’esame di maturità. Probabilmente competerà anche a lui valutare la proposta avanzata dal neo premier di estendere l’anno scolastico fino a luglio.

Chi è Patrizio Bianchi

68 anni, economista, Patrizio Bianchi si è laureato con lode a 24 anni all’Università di Bologna. È stato rettore dell’Università di Ferrara dal 2004 al 2010. Ha poi ricoperto il ruolo di assessore all’istruzione nella giunta regionale dell’Emilia Romagna prima con Vasco Errani e poi nel primo mandato di Stefano Bonaccini.

Recentemente ha coordinato la task force ministeriale formata dall’allora ministro Lucia Azzolina per far ripartire le scuole in presenza dopo la chiusura di marzo e la pausa estiva. All’epoca dichiarava:

“Questo è il momento in cui il Paese deve tornare a pensare alla sua scuola, riscoprirne la centralità e porla in tale posizione. Ho chiarissima l’urgenza. Lavorerò perché tutti si possano rendere conto delle problematiche e delle diverse opzioni nel più breve tempo possibile”.

Per andare a guidare il ministero di Viale Trastevere, lascerà la cattedra di Economia e Politica Industriale presso la stessa Università di Ferrara e la cattedra UNESCO in “Education, Growth and Equality”.

“Sono molto contento ed emozionato per questo incarico. Sono sicuro che avrò l’aiuto di tutti. Dobbiamo fare una scuola nuova, ce la faremo tutti insieme”

Sono queste le prime parole del neo ministro pronunciate ad Orizzonte Scuola.

In un saggio recentemente pubblicato da Il Mulino, Nello specchio della scuola, non solo ha confermato di essere un acceso sostenitore del ritorno alla scuola dell’epoca pre covid, ma ha aggiunto che è:

“Ormai indifferibile avviare una vera fase costituente per la scuola, una nuova stagione in cui essa torni a essere, o meglio divenga, il motore di una crescita di un paese che da troppo tempo è bloccato”

E ancora:

“È tempo di investire in educazione. La questione principale è quale paese vogliamo per noi e per i nostri figli e quindi quale scuola predisporre per realizzare un paese che non sia sempre in balìa dell’emergenza, ma sia capace di guardare avanti…”

A lui il compito di dare le risposte che gli studenti attendono da troppo tempo e di costruire una scuola che sia veramente nuova.

Così si sono rivolti i ragazzi de La Rete degli Studenti Medi, tramite il loro coordinatore nazionale Federico Allegretti.

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“Usciamo da una fase di grave incompatibilità tra le esigenze reali di studentesse e studenti e le priorità delle Ministero. Bisogna ora più che mai ricostruire un confronto vero e concreto tra ministero e organizzazioni studentesche. Le istituzioni non possono sottrarsi alla responsabilità di dare, finalmente, le risposte che aspettiamo da mesi per quanto riguarda la nostra istruzione e il nostro futuro”.

E ha aggiunto:

“La Rete degli Studenti Medi augura al Ministro Bianchi buon lavoro, sperando di poter cambiare marcia rispetto alla gestione sorda alle nostre istanze che abbiamo visto finora. Non mancheremo di restare vigili: la fase complessa per tutto il Paese richiede grande responsabilità, ma allo stesso tempo impone di non fare sconti davanti a errori di gestione e di lettura della realtà”. 

Sulla sua scrivania il neo ministro Patrizio Bianchi troverà il dossier lasciato da Lucia Azzolina sulla formula per affrontare l’esame di Stato: una modalità mista, con una prova scritta e un colloquio orale, previa ammissione. Questa sarà con molta probabilità la prima risposta che dovrà dare a circa 500.000 studenti.

Poi verrà la ricostruzione di una scuola lacerata dalle chiusure imposte dalla pandemia, che torni ad essere educativa e che rimetta al centro lo studente.

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