Di cosa parleremo
Gli effetti della Grande Guerra non colpirono in alcun modo il suolo americano.
Fu anche per questo che gli Stati Uniti, divenuti la nuova superpotenza mondiale, si rifiutarono di assumere il ruolo di guida della ricostruzione, avviando al contrario una forte politica isolazionista.
Le aspettative erano infatti decisamente incoraggianti: l’economia americana era florida e con enormi potenziali di crescita, un eccessivo coinvolgimento nelle fragili questioni internazionali avrebbero potuto minare tale sviluppo degli eventi.
Fu proprio questa convinzione che il fronte interno americano fosse immune di difetti ad accecare la popolazione americana; nella realtà, la totale assenza di regolazioni dei mercati e la crisi di sovrapproduzione avrebbe presto portato alla peggior crisi finanziaria della storia.
Timeline
1920: nasce la Società delle Nazioni; gli Stati Uniti si rifiutano però di entrarvi, sancendo l’inizio della fase isolazionista;
1921: riforma proibizionista, è vietata la venda di tabacco e alcolici in territorio americano;
1927/29: le azioni sul mercato americano raddoppiano di volume; si delinea una gigantesca bolla speculativa sul mercato azionario;
24 Ottobre 1929: Giovedì Nero, la Borsa di Wall Street crolla; è l’inizio della Crisi del ’29;
1932: Franklin Delano Roosevelt viene eletto Presidente degli Stati Uniti; viene implementato il modello del New Deal con l’obiettivo di uscire dalla crisi;
1936: Roosevelt viene nuovamente eletto, suscitando le proteste dei conservatori, contrari alla svolta economica americana di stampo keynesiano.
1. Gli “Anni ruggenti”
Dopo una prima fase di violenta crisi economica, l’Occidente conobbe un periodo di ripresa e crescita, al netto delle tensioni sociali e dell’avvento delle dittature.
Ruolo cruciale ebbero gli Stati Uniti, veri vincitori della Grande Gu...