1. La vita
Di Gaio Svetonio Tranquillo non è possibile risalire con certezza né all’anno di nascita né all’anno di morte: si ritiene che sia nato poco dopo il 70 d.C. e che sia erede di una famiglia di rango equestre di modesta condizione. Svolse per un periodo della sua vita l’attività forense, poi, grazie anche alla protezione di personaggi influenti (Plinio il Giovane e Setticio Claro) entrò a corte in qualità di funzionario. Lavorò prima sotto l’influenza di Traiano (che gli concederà lo ius trium liberorum) come curatore delle biblioteche pubbliche, mentre, sotto l’imperatore Adriano, fu addetto all’archivio imperiale e alla corrispondenza dello stesso principe, incarico determinante per la sua produzione letteraria.
Nel 122 cadde tuttavia in disgrazia insieme a Setticio Claro, suo protettore; non sappiamo quanto tempo dopo sia morto, ma si può ritenere che alcuni passaggi della sua vita si possano ricostruire da diverse notizie che ricaviamo dall’epistolario di Plinio il Giovane e dall’Historia Augusta.
2. De viris illustribus
De viris illustribus è una raccolta di biografie di letterati suddivisa per generi (poeti, oratori, storici, filosofi, grammatici e retori). A noi ne resta solo una sezione, De grammaticis et rhetoribus, mutilo nella parte finale: ai grammatici sono dedicati i primi ventiquattro capitoli (dal greco Cratete di Mallo, che introdusse la grammatica a Roma, a Valerio Probo), mentre ai retori solo gli altri sei capitoli superstiti. Delle altre sezioni abbiamo solo materiale sparso che ci è giunto per tradizione indiretta: dal De poetis, soprattutto, derivano (sebbene con l’influenza di Donato e san Girolamo che le pubblicarono) alcune biografie che possediamo di alcuni poeti, come Terenzio, Virgilio, Orazio e Lucano. Quello biografico era un genere letterario di tradizione greca (si pensi a Plutarco) che, a Roma, era stato coltivato soprattutto da Varrone e Cornelio Nepote. Più o meno negli stessi anni, infatti, Varrone (che fu autore anche di biografie di poeti, perdute) nelle Imagines e Nepote nel De viris illustribus avevano tracciato i profili di personaggi famosi sulla base dello stesso schema da cui prende spunto il De viris illustribus svetoniano.
3. De vita Caesarum
Uno schema simile (esclusa la scelta sul tema che è politico), riguarda il De vita Caesarum: raccolta di dodici biografie di dodici imperatori da Cesare a Domiziano. Le biografie pongono al centro famiglia, luogo, data e circostanze della nascita del principe, arrivando sino al suo avvento al potere. A questo punto l’aspetto cronologico si interrompe per dare spazio, attraverso una descrizione sincronica, ai vari aspetti della personalità dell’imperatore suddivisi per rubriche, a loro volta ulteriormente partizionate; infine, il ritorno all’ordine cronologico, per descrivere morte e onoranze funebri, segna la conclusione delle singole vite.
L’aspetto più rilevante nell’organizzazione del materiale biografico è quindi la rinuncia di una totale disposizione cronologica che accompagni lo sviluppo della personalità analizzata: Svetonio stesso, in un passo della vita di Augusto (9, 1), a rendere conto di tale criterio espositivo, specifica che procede non per tempora ma per species, secondo una serie di categorie, di rubriche, che trattano separatamente i vari aspetti della personalità del principe.
Perché il genere biografico? Perché questa è la forma storiografica più idonea per descrivere il nuovo volto che il potere ha assunto, quello individualistico e personale del principato; inoltre, una scansione biografica dei singoli imperatori è più adatta per periodizzare la storia dell’Impero.