Di cosa parleremo
La guerra era finita, era giunto il momento per l’Europa di guardare al futuro, che però non faceva presagire nulla di buono.
Con il rifiuto egli Stati Uniti di assumersi la responsabilità di fungere da guida per l’Occidente, le Nazioni europee, dilaniate da crisi e inflazione, si trovarono isolate e impreparate alle rivolte popolari, decretando la fine dell’età liberaldemocratica e l’inizio delle dittature in Europa.
Timeline
1919/20: pandemia di Influenza spagnola, che provocherà la morte di almeno 20 milioni di persone; Biennio rosso, proteste rivoluzionarie in tutta Europa;
1920: fondazione della Società delle Nazioni; gli americani si rifiutano però di aderirvi;
1920: convocazione del II Congresso Internazionale dei partiti comunisti europei; declamazione dei requisiti per aderire al Comintern;
1922: Benito Mussolini assume il controllo dello Stato italiano; inizio del Ventennio fascista.
1. Conservare la pace
L’assetto geopolitico europeo dopo i Trattati di Parigi causarono un generale malcontento in molte aree del continente: la Germania si ritrovò umiliata, privata di molti territori e divisa in due dal corridoio di Danzica, appartenente ai polacchi; l’Italia uscì dalla guerra insoddisfatta per la mancanza dei territori promessi, in particolare Istria e Dalmazia (“vittoria mutilata”); nonostante il principio generale dell’autodeterminazione dei popoli adottato nei Congressi di pace, rimase aperto il problema delle nazionalità, con molti casi in cui popolazioni diverse si ritrovarono a convivere nello stesso Stato, esempio più celebre la Jugoslavia, frammentata nelle varie etnie balcaniche.
Per garantire il mantenimento dello status-quo e della stabilità europea post-conflitto, fu deciso di costituire un ente sovranazionale che permettesse l’amministrazione diplomatica di contese internazionali; nel 1920 venne fondata la Società delle Nazi...