1. La vita
Gabriele D’Annunzio nasce a Pescara nel 1863, terzo di cinque figli, riceve un’educazione di ottimo livello, dapprima, nel collegio Cicognini di Prato dove suo padre lo iscrisse nel 1874. A soli sedici anni pubblica a spese del padre la raccolta di poesie Primo vere, che contiene motivi tratti dal repertorio realistico-scapigliato, dove evidente è l’ispirazione carducciana (1^ fase: ESORDI: produzione lirica e novellistica). Nell’autunno del 1881 si trasferisce a Roma: qui inizia a frequentare salotti mondani e redazioni di giornali (perfetto esempio di dandy). L’anno dopo dà alle stampe la seconda raccolta di versi, Canto novo e le novelle di Terra vergine. Nel 1883 sposa la giovane duchessa Maria Hardouin di Gallese, occasione di ascesa sociale per D’Annunzio; tuttavia, il matrimonio si concluderà con una separazione nel 1890. Dopo aver scritto altre opere in versi e in prosa a ventisei anni pubblica presso l’editore Treves a Milano il suo primo romanzo, Il piacere (2^ fase: ESTETISMO, indossa prima la maschera dell’esteta, poi del superuomo: scrive liriche e romanzi).
Nel 1891 D’Annunzio si reca in viaggio a Napoli dove vi resterà sino al 1893; in questo periodo, oltre a scrivere nuovi romanzi come L’innocente e raccolte poetiche come Poema paradisiaco (romanzi e liriche che fanno parte della 3^ fase: DELLA BONTÀ, periodo che dura pochi anni e indica una chiusura in se stesso), scopre la filosofia di Nietzsche che esaltava la «volontà di potenza» e la musica di Wagner. Rientrato in Abruzzo compone il romanzo Le vergini delle rocce (1895), ricordato come manifesto del superomismo; D’Annunzio delinea così un nuovo personaggio ed una nuova idea di intellettuale: il dandy viene sostituito con l’individuo che si afferma attraverso l’azione eroica (4^ fase: SUPEROMISMO, improntata al panismo). In questo periodo si dedica anche al teatro, motivo pe...