1. Intensità: Scala Mercalli
La scala delle intensità più adottata è la scala Mercalli, che utilizza un metodo di valutazione messo a punto da G. Mercalli nel 1902 e successivamente modificato, senza tuttavia apportare sostanziali cambiamenti.
La scala delle intensità assegna a ogni sisma un valore numerico, detto grado di intensità, determinato in base agli effetti delle scosse sismiche sul territorio e al grado di distruzione che esse provocano nella regione in cui il sisma viene rilevato.
Le misure d'intensità permettono di far riferimento anche a terremoti storici (quando non erano disponibili registrazioni strumentali) per la stima della pericolosità sismica del territorio. Ciò è particolarmente importante in Italia, paese che ha una documentazione storica molto antica, e dove è stato possibile reperire (nelle parrocchie e nei comuni) dettagliate informazioni sui danni causati dai terremoti rilevanti verificatisi almeno negli ultimi 1500 anni.
Ma il difetto della scala Mercalli è che il valore dipende sì dal sisma, ma anche come detto dai danni che esso provoca e tali danni, a loro volta, dipendono da cosa c'è sulla superficie.
A questo proposito è bene osservare che la gravità dei danni non dipende solo dall’energia sprigionata dal sisma, ma da molti altri fattori, come la posizione dell’ipocentro (più un sisma è superficiale più è devastante), la presenza o meno di centri abitati e di costruzioni antisismiche, la conformazione geologica del territorio interessato, la presenza di falde acquifere ecc. Tutti questi fattori rendono molto difficile valutare correttamente la forza di un sisma in base all’intensità rilevata.
Nello studio di un terremoto, in ogni località interessata viene registrato un particolare valore d’intensità. Dopo aver riportato su una carta geografica i valori dell’intensità calcolati, se si congiungono tutti i punti in cui il terremoto ha avuto la stessa intensità, si ottiene una serie di linee ...