L’antropologia del passato era una disciplina nuova, che studiava popolazioni anche estremamente lontane dalla terra nativa degli antropologi stessi. L’antropologia del nostro tempo si domanda invece se avrebbe ancora senso parlare di antropologia in questi termini. Al giorno d’oggi l’antropologia non può prescindere da altre discipline come la sociologia, la psicologia sociale, la storia e la geografia.
La prima definizione di “cultura” viene ipotizzata da Tylor, che la descrive come la produzione di sistemi culturali che mettono in evidenza la capacità dell’uomo di produrre sistemi simbolici. Questi sistemi culturali vengono utilizzati per trasferire conoscenze e competenze all’interno della propria comunità. Questo viene definito come processo di inculturazione, che porta le persone a trasferire, in maniera consapevole o meno, a trasferire un sistema di conoscenze. Le tribù analizzate da Tylor tuttavia non erano delle società chiuse, ma s’interfacciavano tra di loro, trasferendo quindi competenze e conoscenze anche tra le diverse tribù: si parla quindi di acculturazione, che fa nascere nuove culture dalla contaminazione culturale tra le diverse tribù. Il concetto di acculturazione presuppone che prima della contaminazione tra le due culture esistano due insiemi puri e omogenei. La scelta di una prospettiva sistemica deve comunque di tenere in considerazione la variabilità ed il cambiamento ed il punto di vista dei soggetti al centro dell’indagine antropologica.
Questo fenomeno viene descritto anche dai colonizzatori spagnoli. Un esempio è quello di un colonizzatore che nelle terre degli Indios, a causa di una tempesta, perde la propria nave e vede dispersa la propria flotta. Egli, insieme a tre compagni, giunge quindi sulle spiagge delle isole degli Indios, dove si ritrova nudo, esattamente come tutti gli altri abitanti di quella terra. La sua nudità fisica lo porta ad un cambiamento interiore, che si rivela in modo evidente nei suoi scritti, n...