1. Le origini della Costituzione
Lo Statuto Albertino divenne nel 1861 la Costituzione del Regno Italiano, col quale vennero garantiti alcuni diritti di libertà.
La forma di Governo che venne introdotta fu una forma di tipo dualista, dove vi era sia la Corona che il Parlamento. La prevalenza però che si aveva nell’esercizio delle funzioni era da parte della Corona, in quanto poteva scegliere e nominare i ministri che componevano il Senato.
Successivamente, però, diventò sempre più maggioritario il ruolo del Governo, che diventò sempre più autonomo; l’importanza che raggiunse durante la Prima Guerra mondiale fu notevole, dato che il Governo assunse anche una funzione legislativa (decretazione d’urgenza, in occasione di necessità ed urgenza).
Oltre al Governo, si sviluppò anche il Parlamento, che in seguito al suffragio universale maschile, iniziò a comporsi da diverse rappresentanze. Tra queste rappresentanze dei grandi partiti di massa troviamo anche il partito fascista.
Una volta che tale partito divenne il maggior partito nazionale, Mussolini ebbe la volontà espressa di instaurare uno Stato totalitario.
Con la proclamazione delle leggi fascistissime si tolsero i diritti di libertà che erano presenti fino ad allora nello Statuto e successivamente con le leggi razziali vennero tolti ulteriori diritti, in particolar modo alla comunità ebraica.
Numerose furono poi le conseguenze che si ebbero con l’entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania.
Questo portò il Paese ad avere una Costituzione provvisoria, successivamente al patto di Salerno, con il quale si dichiarava la liberazione di Roma da parte delle truppe alleate. Tale Costituzione stabiliva il rinvio della scelta istituzionale tra forma monarchica o repubblicana alle decisioni di una futura Assemblea Costituente. Si ebbe perciò una seconda Costituzione provvisoria nella quale erano descritte le modalità di scelta istituzionale; il referendum s...