Di cosa parleremo
L’Italia, nella sua più delicata fase di transizione dall’unità nazionale, si caratterizzò per un’impronta nettamente liberale, che riuscì, seppur con tensioni e crisi, a garantire stabilità e crescita al Paese (con luci e ombre) per il primo decennio del Novecento.
Artefice di ciò fu Giovanni Giolitti, uomo politico piemontese, che, forte delle sue competenze e precedenti esperienze nelle alte cariche dello Stato, seppe dare un’impronta di lungo termine nella strategia politica ed economica del Paese, usando anche mezzi non sempre etici.
Tra gli accordi con i vari schieramenti, la politica coloniale e il trattamento verso il Sud, l’operato di Giolitti fu talmente rilevante per la storia italiana da dare il suo nome alla fase guidata dai suoi governi; l’età giolittiana durò dal 1901 al 1913, e risulterà fondamentale per l’evoluzione che l’Italia avrà nei decenni a venire.
Timeline
1903: Giovanni Giolitti è nominato Presidente del Consiglio, inizia l’età giolittiana;
1904: vengono promulgate le Leggi Speciali per il Mezzogiorno, con l’obiettivo di affievolire la divergenza Nord-Sud; gli esiti non furono tuttavia quelli sperati;
1904: primo sciopero generale nazionale, forte protesta socialista in tutto il Paese; Giolitti scioglie le camere, vengono indette nuove elezioni;
1904: sfruttando la paura della “minaccia rossa”, Giolitti vince con successo le elezioni;
1911: l’Italia dichiara guerra all’Impero Ottomano per la conquista della Libia; ricomincia la campagna coloniale;
1912: promulgazione della nuova legge elettorale, viene introdotto il suffragio universale maschile;
1912: Trattato di Losanna, gli ottomani cedono il Dodecaneso all’Italia; la Libia diventa colonia italiana;
1913: viene stipulato il Patto Gentiloni tra Giolitti ed i cattolici, l’ascesa del partito socialista è nuovamente fermata;
1914: nonostante la vittoria, Gio...