1. L’evoluzione
Possiamo definire l’evoluzione come l’accumulo, nel corso del tempo, di cambiamenti genetici all’interno di popolazioni. Una popolazione è un gruppo di individui di una data specie che vive nella stessa area geografica nello stesso momento. Con il termine evoluzione non ci si riferisce a cambiamenti che avvengono in un individuo durante la sua vita, ma a cambiamenti nelle caratteristiche di popolazioni nel corso di numerose generazioni. Questi cambiamenti possono essere così modesti da essere difficili da individuare o così macroscopici che la popolazione differisce enormemente da quella ancestrale.
È anche possibile che due popolazioni possano divergere così tanto che ci si riferisca a esse come specie diverse.
Quindi l’evoluzione ha due prospettive principali - adattamenti a breve termine delle popolazioni (microevoluzione) e formazione a lungo termine di specie differenti da antenati comuni (macroevoluzione).
I concetti di evoluzione prima di Darwin
Il naturalista francese Jean Baptiste de Lamarck ( 1744-1829) fu il primo scienziato a proporre che gli organismi viventi vanno incontro a cambiamenti nel tempo come risultato di alcuni fenomeni naturali piuttosto che dell’intervento divino. Secondo Lamarck, un cambiamento ambientale poteva determinare un’alterazione nel comportamento di un organismo, che cominciava a usare più di alcuni organi o parti del corpo e di meno di altr. Attraverso varie generazioni, un dato organo sarebbe aumentato di dimensioni se usato molto, oppure si sarebbe rimpicciolito e sarebbe eventualmente sparito se usato poco. Egli pensò anche che gli organismi potessero trasmettere alla propria discendenza i caratteri acquisiti durante la loro vita. Per esempio, Lamarck ipotizzò che il lungo collo della giraffa, dotati di un collo corto, per nutrirsi delle foglie poste più in alto sugli alberi, cominciarono ad allungare il proprio collo. La prole di queste giraffe primi...