In base al sistema di finanza pubblica adottato da uno Stato cambiano i rapporti tra finanza statale e finanza locale.
Finanza accentrata: gli enti locali hanno scarsa autonomia finanziaria e derivano le proprie risorse dai livelli più alti, non decidendo tariffe e aliquote. Le risorse assegnate sono destinate in modo vincolato a determinati ambiti di intervento. Per stabilire la quantità di risorse il Governo utilizza il criterio della spesa storica, basato su quanto il sistema ha speso nell’anno precedente e adeguando la cifra a seconda delle risorse disponibili. Lo Stato in questo caso decide quanti soldi dare, quando e la loro destinazione = bassa autonomia e basso livello di responsabilizzazione.
Finanza decentrata: il potere di raccogliere le risorse è imposto a livello locale e viene istituito un fondo di solidarietà.
In Italia in passato vigeva un sistema di finanza accentrata, mentre negli ultimi 30 anni si sta cercando di passare ad un sistema di finanza decentrata fino a raggiungere il federalismo fiscale. Attraverso il decentramento aumenta il livello di responsabilizzazione degli enti locali. Le scelte di spesa sono controllate direttamente dai cittadini grazie al voto nelle elezioni locali, questo porta a maggiore qualità ed efficienza delle scelte del governo locale. Riducendo le dimensioni del territorio da amministrare, gli amministratori riescono ad utilizzare meglio le risorse ottimizzando il rapporto autorità-cittadino. In questo modo ogni ente locale persegue politiche di spesa differenti rispetto ad altri.
Il decentramento di funzioni e compiti comporta una notevole espansione della spesa degli enti territoriali, che viene gestita in piena autonomia. Il finanziamento degli enti territoriali può basarsi sul criterio dell’autonomia delle entrate oppure su quello della dipendenza. Il secondo implica l’esercizio della potestà impositiva allo Stato. Al contrario, il principio dell’autonomia attribuisce agli enti ...