La politica di bilancio è uno dei più importanti strumenti di intervento pubblico. La politica di bilancio ha tre funzioni:
allocativa: indirizza l’assegnazione delle risorse tra usi alternativi (istruzione, ricerca, sanità, previdenza, tutela dell’ambiente...);
redistributiva: per correggere la distribuzione del reddito e della ricchezza tra individui e territori utilizzando la tassazione, i trasferimenti pubblici e le tariffe;
di stabilizzazione e sviluppo: finalizzata a contrastare gli shock che colpiscono l’economia. La politica di bilancio può essere di tipo espansiva o restrittiva a seconda dell’obiettivo del governo.
Una politica fiscale espansiva mira ad un aumento del reddito (aumento della domanda aggregata) e viene messa in atto attraverso un aumento della spesa pubblica oppure una diminuzione delle imposte. Questa politica genera un aumento del debito pubblico a causa del deficit generato dall’aumento delle spese pubbliche.Una politica fiscale restrittiva ha l’obiettivo di raggiungere il risanamento dei conti pubblici e il contenimento dell’inflazione. Essa comporta un aumento delle imposte o una riduzione della spesa pubblica. Ha come conseguenza la riduzione del reddito, della produzione e dell’occupazione, le quali provocano una diminuzione delle entrate fiscali e quindi un aumento delle aliquote delle imposte.
La ricetta keynesiana. Se il livello della domanda aggregata non è abbastanza alto da assicurare la piena occupazione di tutti i fattori produttivi, le imprese, non potendo vendere tutto ciò che producono, lasceranno inutilizzati gli impianti, aumenteranno le scorte di magazzino e numerosi lavoratori saranno disoccupati.
Secondo i neoclassici, in queste condizioni basterebbe far scendere i salari: poiché questo farebbe diminuire il costo del lavoro, le imprese assumerebbero nuovi operai e, in tal modo, la produzione potrebbe ripartire. Se il mercato del ...