1. La vita
Di Apuleio è ignoto il praenomen, che alcuni codici tramandano come Lucius; originario della città di Madaura, situata in una zona di confine tra la Getulia e la Numidia (corrispondente all’incirca all’odierna Algeria), nacque nel 125 d.C. Di buona famiglia, studiò a Cartagine, fulcro della vita culturale della provincia, e poi ad Atene, dove poté avvicinarsi alla filosofia. Fu poi probabilmente per qualche tempo a Roma e viaggiò più volte in Oriente, tenendo “conferenze” di grande successo.
Di nuovo in Africa, incontrò ad Oea, Ponziano, compagno di studi ateniesi, situazione che determinò un evento carico di conseguenze nella vita anche letteraria di Apuleio: sposò infatti la ricca vedova dell’amico, Pudentilla. Nel 158, a Sabratha, Apuleio si trovò a dover affrontare, sotto l’accusa di magia, un processo intentatogli proprio dai parenti della moglie, di cui è testimonianza l’Apològia, versione successivamente rielaborata dell’orazione difensiva, che Apuleio stesso scelse di pronunciare e che gli assicurò l’assoluzione. Trascorse gli ultimi anni di vita a Cartagine, dove morì probabilmente dopo il 170.
2. Apològia
L’Apològia, o Pro se de magia liber, è una lunga orazione giudiziaria, l’unica a noi pervenuta di età imperiale.
Sembra che il processo in cui fu coinvolto Apuleio fosse di natura economica: il suocero di Ponziano, Erennio Rufino, cercò l’appoggio di Ponziano stesso e, alla morte di lui, quello del fratello ancora minorenne, Pudente, per colpire Apuleio; lo scopo era quello di impedirgli che potesse accedere all’eredità di Pudentilla, ben più anziana di lui, con il pretesto di tutelare i suoi interessi. Caduta quasi subito una prima accusa, che lo considerava responsabile della morte di Ponziano, ad Apuleio fu contestato il reato di magia (per la quale la lex Cornelia prevedeva addirittura la pena capitale).
Apuleio, in primo luogo, cerca di smontare puntualmente gli argomenti dell’accusa, mentre, successivamente, ribat...