Vita e opere
Nel ’900 il marxismo costituisce, affianco all’indirizzo heideggeriano e a quello analitico il terzo grande filone di pensiero della filosofia occidentale.Il marxismo dopo Marx, soprattutto a partire dalla Seconda Internazionale (18891917) che aveva troppo subito l’”imbastardamento positivista”, si presenta come un insieme di tendenze, movimenti e correnti spesso in polemica tra loro:
marxismo revisionista (E. Bernstein);
marxismo ortodosso (Karl Kautsky);
marxismo rivoluzionario (Rosa Luxemburg e Vladimir Lenin).
La direzione filosofica più originale è quella in cui emerge come determinante, l’influsso del pensiero hegeliano: dall’intreccio di motivi hegeliani e marxiani nasce infatti quel marxismo occidentale che trova i suoi maggiori sviluppi da un lato con l’opera di György Lukács, dall’altro con i lavori della Scuola di Francoforte. Dalla tradizione hegelo-marxista, la Scuola di Francoforte riprende l’impostazione dialettica e totalizzante, volte alla critica globale della società. Da Freud recupera gli strumenti per l’analisi dell’autorità e dei suoi meccanismi d’introiezione.
Differente è la posizione di Walter Benjamin, nella cui opera il marxismo si intreccia in maniera singolarissima con la mistica ebraica e approda ad un’originale critica del pensiero dialettico in genere.
1. Lukacs tra marxismo e realismo
György Lukács (1885-1971) di origine ungherese studiò in Germania, ove frequentò Simmel, Weber, Bloch. Dopo alcuni lavori in lingua ungherese, scrisse vari volumi di estetica e critica letteraria, tra cui L’anima e le forme (1911) e Teoria del romanzo (1920). Accostatosi al marxismo, si iscrisse al partito comunista ungherese e in seguito si trasferì a Mosca non condividendo molti aspetti del marxismo. Tornato in patria nel 1944, occupò importanti incarichi politici e culturali. Opere p...