1. La vita
Gaio Cecilio Secondo nacque a Como nel 61 o nel 62 d.C.; alla morte del padre venne adottato da Plinio, suo zio, di cui assunse il nome (di qui deriva la distinzione fra i due, definiti rispettivamente Plinio il Vecchio e il Giovane). A Roma studiò retorica sotto la guida di Quintiliano e del retore greco Nicete Sacerdote; incominciò presto la carriera forense e il cursus honorum: fu successivamente questore, tribuno della plebe, pretore e, nel 98, venne nominato praefectus aerarii Saturni (responsabile delle finanze). Nel 100, insieme allo storico Tacito, sostenne l’accusa contro Mario Prisco, proconsole d’Asia; quindi, verso la fine di quello stesso anno fu nominato consul suffectus (i consoli che subentrano ai defunti quando erano in carica). Dopo esser stato nominato legato dell’imperatore Traiano nel 111, Plinio morì non molto tempo dopo, probabilmente nel 113.
2. Il Panegirico a Traiano
Il Panegyricus è una versione ampliata del discorso di ringraziamento a Traiano che Plinio tenne in Senato in occasione della sua nomina come consul suffectus, nel 100 d.C. Il titolo non è “originale”: il termine panegyricus indicava in origine i discorsi tenuti nelle feste panelleniche, ma nel I secolo d.C. passò a indicare l’encomio del monarca.
Il discorso di ringraziamento (gratiarum actio), di fronte al Senato, diventa di fatto un encomio dell’imperatore, che doveva raccomandare in Senato la nomina dei magistrati. Plinio esalta le virtù dell’optimus princeps Traiano, che ha, secondo lui, reintrodotto la libertà di parola e di pensiero, augurandosi, dopo la pesante tirannide di Domiziano, un periodo di collaborazione fra l’imperatore e il Senato. L’opera è anche un modello di comportamento per i principi futuri, che si basa sulla concordia fra imperatore e ceto aristocratico e sulla stretta intesa politica tra aristocratici e ceto equestre.
Nonostante il tono ottimistico, non manca la preoccupazione che principi “malvagi” possano nuovamente salire...