1. La struttura della spesa pubblica

L’equilibrio economico generale: la domanda complessiva di beni e servizi è detta domanda aggregata e corrisponde alla domanda di famiglie, imprese, banche, stato e operatori esteri. Dall’altro lato il prodotto interno lordo rappresenta l’offerta complessiva di beni e servizi da parte delle imprese, detta produzione aggregata (o offerta aggregata).

Il mercato dei beni può essere considerato come la produzione (Y) uguale a tutte le componenti della domanda: Y = C + I + G + (E – IM) 

  • Y rappresenta l’offerta aggregata 
  • C + I + G + E – IM rappresenta la domanda aggregata 

Tale equazione si chiama equazione del reddito nazionale ed esprime il fatto che in un sistema economico la domanda aggregata eguaglia sempre l’offerta aggregata. 

La spesa per i consumi dipende dal reddito percepito dalle famiglie, cioè dal reddito disponibile. Il consumo delle famiglie influenza il livello produttivo delle imprese e quindi l’entità dei redditi distribuiti: la variazione della domanda di beni fa variare la produzione, che a sua volta fa variare il reddito e quindi la domanda di beni. 

Di conseguenza, ci si chiede se il livello del reddito nazionale è determinato dalla produzione aggregata o dalla domanda aggregata. 

La teoria neoclassica afferma che l’offerta di beni crea la propria domanda. Secondo questa teoria, nel sistema economico esiste una situazione di equilibrio permanente tra domanda aggregata e offerta aggregata, a qualsiasi spostamento corrisponde un aggiustamento automatico ad opera del mercato. 

L’equilibrio economico generale è la somma degli equilibri economici parziali dei vari mercati: dei beni, del lavoro e della moneta.
Secondo la legge di Say, tutto ciò che iene prodotto sarà venduto; perciò, il reddito prodotto è funzione del numero dei lavoratori occupati: Y = f(N). 

Il reddito percepito sarà in parte consumato e in parte risparmiato: il risparmio delle famiglie sarà concesso in prestito alle imprese, le quali lo impiegheranno in investimenti; perciò, si realizzerà l’equilibrio tra risparmi ed investimenti. 

Teoria Keynesiana

Ipotizzando un’economia chiusa la domanda aggregata di beni è data dai consumi delle famiglie, dagli investimenti delle imprese e dalla spesa pubblica. 

La spesa per i consumi dipende dal reddito percepito dalle famiglie. La funzione del consumo è funzione del reddito disponibile: Yd = Y – T → reddito lordo al netto delle imposte. Quando il reddito disponibile aumenta, anche il consumo aumenta in modo direttamente proporzionale. 

Funzione del consumo: C = C(Yd).

Il consumo è costituito da una componente autonoma e da una componente che dipende dal reddito disponibile. Ipotizzando una relazione lineare tra consumo e reddito: C = c0 + c1Yd

  • C0 = consumo autonomo, cioè non dipende dal reddito: consumo in corrispondenza di un reddito disponibile nullo. Graficamente il consumo autonomo corrisponde all’intercetta verticale della retta; 
  • C1 = propensione marginale al consumo: esprime l’effetto sul consumo di un euro aggiuntivo di reddito disponibile, dice quanto aumenta il consumo all’aumentare unitario del reddito disponibile. È un valore sempre compreso tra 0 e 1, perché non tutto l’aumento del reddito sarà consumato. Graficamente la propensione marginale al consumo corrisponde alla pendenza della retta. 
La struttura della spesa pubblica
La funzione di consumo

Funzione di risparmio: S = – c0 + (1 – c1)(Y – T)

  • (1 – c1) è la propensione marginale al risparmio ed indica quanta parte di un incremento unitario del reddito viene risparmiata: i consumatori non possono risparmiare più di quanto percepiscono come reddito. 

Il risparmio è determinato dal reddito. Gli investimenti dipendono positivamente dal reddito e negativamente dal tasso di interesse: un aumento del reddito provoca un aumento degli investimenti, mentre un aumento del tasso di interesse provoca una riduzione degli investimenti. Il tasso di interesse è determinato sul mercato monetario. 

Le decisioni di investimento sono influenzate anche dalle aspettative degli imprenditori. 

Reddito di equilibrio. 

La struttura della spesa pubblica
Reddito di equilibrio

Per determinare il reddito di equilibrio si parte dalla domanda globale, composta da consumi, investimenti e spesa pubblica. La condizione di equilibrio nel mercato dei beni richiede che la produzione sia uguale alla domanda: Y = C + I + G. 

Condizione di equilibrio: Y = c0 + c1(Y – T) + I + G. 

In equilibrio la produzione è uguale alla domanda e la domanda dipende dal reddito, che è uguale alla produzione. 

La retta a 45° è costituita da tutti i possibili punti in cui vi è equilibrio tra domanda e offerta globale. Il punto di equilibrio sarà solo quello di intersezione tra la retta a 45° e la retta della domanda aggregata (C + I + G), punto E’. 

Il moltiplicatore del reddito dice di quanto varia il reddito se varia una delle componenti autonome: progressivo aumento sempre più piccolo. Secondo Keynes, la spesa pubblica può compensare la mancanza di investimenti privati e stimolare la crescita economica attraverso gli effetti del moltiplicatore del reddito.

Y = 1/(1-c1) ∙ (co + 1 + G + C1t)

  • Il termine (c0 + I + G – c1t) rappresenta la spesa indipendente dal reddito;
  • 1/(1 – c1) è il moltiplicatore del reddito ed è un numero maggiore di 1: indica di quanto varia il reddito nazionale a fronte di un aumento della spesa pubblica.

Il governo può avere un ruolo nel colmare il gap di domanda che si crea nell’economia. In questo caso la tassazione rimane invariata e lo stato si finanzia emettendo titoli di debito e quindi aumentando il deficit. La variazione di una componente autonoma della domanda induce una variazione del PIL più che proporzionale (maggiore). Via via il reddito aumenta sempre meno fino a raggiungere l’equilibrio. L’aumento della spesa pubblica determina un aumento più che proporzionale del reddito nel caso di consumi insufficienti. 

La struttura della spesa pubblica
Effetto del moltiplicatore

La spesa pubblica è una componente della domanda aggregata. 

Per soddisfare i bisogni collettivi lo Stato produce bene e servizi affrontando un costo che costituisce la spesa pubblica. La spesa pubblica è l’insieme delle erogazioni in denaro effettuate dalla pubblica amministrazione per il conseguimento dei fini di interesse pubblico. L’intervento pubblico presuppone sempre l’erogazione di un ammontare più o meno rilevante di mezzi finanziari. 

Secondo la teoria keynesiana, la spesa pubblica svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento della piena occupazione in quanto è in grado di sostenere la domanda aggregata ed assicurare crescita dell’occupazione e del reddito, determinando l’aumento dei consumi delle famiglie. 

La spesa pubblica comprende:

  • spesa per gli investimenti (spese in conto capitale): acquisto o costruzione di capitali necessari alla realizzazione di infrastrutture pubbliche, spese per la formazione di nuovi mezzi di produzione → riferite ad investimenti a fini produttivistici; 
  • spesa per i consumi pubblici (spese correnti): acquisto di beni e servizi, stipendi dei dipendenti pubblici, spese per la manutenzione di edifici e impianti, ecc. → riferite al funzionamento dei pubblici servizi; 
  • spese per trasferimenti: pagamenti unilaterali a favore di famiglie e imprese (pensioni, sussidi, incentivi…) 

L’aumento della spesa pubblica determina un’espansione dei consumi privati e quindi della domanda aggregata, perché forniscono alle famiglie una maggiore disponibilità di reddito. 

Modificando l’entità della spesa corrente o di quella in conto capitale lo Stato influisce sia sul volume della domanda complessiva che sul rapporto tra consumo, risparmio ed investimenti in relazione agli obiettivi che vuole perseguire. 

Lo Stato può finanziare la maggiore spesa pubblica emettendo titoli di Stato e quindi indebitandosi (aumento deficit). In questo modo lo Stato diventa debitore di coloro che acquistano i titoli e si obbliga a pagare interessi periodici e l’intero valore del titolo alla scadenza pattuita.
Il deficit (o disavanzo) è il risultato del bilancio statale nel caso in cui le entrate sono inferiori alle uscite in un determinato periodo di tempo. Dall’altro lato, il debito pubblico è il valore nominale complessivo dei titoli che lo Stato ha emesso per finanziare i disavanzi di bilancio via via accumulatisi nei periodi precedenti. 

Al contrario della tassazione, l’emissione di titoli di Stato permette di non reprimere la domanda aggregata anche se, nel momento in cui lo Stato dovrà rimborsare i titoli emessi, sarà costretto ad imporre nuove tasse. 

La spesa pubblica è rigida verso il basso, cioè è più semplice aumentarla piuttosto che ridurla. 

Lo Stato non è un imprenditore molto efficiente perché deve soddisfare i bisogni della collettività, prescindendo da valutazioni sull’efficienza economica dei suoi interventi. 

Effetto di spiazzamento della spesa pubblica rispetto agli investimenti privati (crowding out). Un aumento della spesa pubblica genera un aumento della domanda aggregata e contemporaneamente un aumento del tasso di interesse, di conseguenza causa una riduzione degli investimenti: la spesa pubblica spiazza completamente gli investimenti delle imprese. 

Un’espansione fiscale provoca un’espansione del livello di reddito che fa crescere la domanda di moneta e quindi il tasso di interesse. 

Nel caso in cui l’aumento della spesa pubblica venga finanziato tramite un aumento delle imposte, si avrà una riduzione degli investimenti a causa di minori risorse a disposizione delle imprese. 

L’erogazione della spesa pubblica avviene soltanto attraverso un determinato procedimento: 

  1. stanziamento delle uscite: prevedere come verranno impiegate le risorse; 
  2. impegno di spesa: prima fase del procedimento di spesa con la quale, a seguito della sottoscrizione di un contratto, vengono determinate la somma da pagare, il soggetto creditore, il motivo e la scadenza, esso ha rilevanza giuridica e determina il sorgere dell’obbligo contrattuale a pagare i creditori; esso può definirsi come “assunzione dell’obbligo di pagare”; 
  3. liquidazione: determinazione dell’esatto ammontare della spesa con contestuale individuazione dell’esatto creditore; 
  4. ordinazione o pagamento: emissione del titolo di spesa (assegno) per il pagamento di una somma di denaro nei confronti del creditore. 
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